African fashion gate: quando la moda si scontra con la discriminazione
Il 21 Marzo 2023, in concomitanza con la Giornata mondiale contro il razzismo, abbiamo partecipato all’evento di African fashion gate, durante il quale ha avuto luogo la decima edizione del premio internazionale “La moda veste la pace”, un riconoscimento pubblico consegnato a personaggi del settore fashion che si sono impegnati verso l’inclusione e contro la discriminazione e il razzismo.
L’evento si è tenuto a Roma presso lo Spazio Europa gestito dall’Ufficio del Parlamento europeo in Italia e dalla Rappresentanza in Italia della Commissione europea.
African Fashion gate è un’associazione no-profit che da dieci anni organizza iniziative culturali e interventi concreti contro il razzismo, la discriminazione e l’esclusione nel mondo della moda, delle arti, dello spettacolo e dello sport.
Quest’anno l’evento è stato dedicato alla memoria di Vivienne Westwood, una stilista e attivista per i diritti umani e civili che, l’ideatore dell’evento, Nicola Paparusso, e l’intero African Fashion Gate, conoscevano e stimavano.
Nel corso della conferenza, si è tenuto un dialogo tra politici, imprenditori, ricercatori e professionisti, sulle prospettive future delle società benefit e sul fenomeno del “greenwashing”. L’obiettivo era quello di comprendere quali potessero essere i percorsi migliori e il comportamento da adottare per sviluppare una sinergia tra le attività profit e quelle no-profit.
Durante il dibattito, abbiamo ascoltato l’intervento di numerosi relatori, come la giornalista Barbara Odetto, il moderatore del dibattito Giandomenico Cressoni (dottore commercialista, partner dello Studio Associato Cressoni Ghizzi Zeni), il parlamentare Mauro Del Barba (primo firmatario del provvedimento sulle società benefit, nonché presidente di Assobenefit), Maurizio Zordan (amministratore delegato di Zordan 1965 S.r.l., tra le prime realtà produttive italiane certificata B Corp) e Adriano Marsala, CEO di Man Consulting, esperto di società Benefit e nostro partner da diversi anni.
Abbiamo assistito alla premiazione da parte del Direttore della Rappresentanza italiana della Commissione Europea, Makaziwe Mandela, figlia del Premio Nobel per la Pace Nelson Mandela e Presidente Onorario di African Fashion Gate. Il premio è stato consegnato a: Naomi Campbell, Massimo Giannini, Renzo Rosso, Arianna Alessi, Jean-Christophe Babin, Luisa Panconesi, Piero Piazzi e Massimo Leonardelli.
Naomi Campbell, oltre ad essere icona della moda ed attrice, è la fondatrice dell’organizzazione no-profit “Relief”, con la quale ha organizzato la campagna contro il razzismo nella moda.
Massimo Giannini, il direttore de “La Stampa”, è stato premiato per la pubblicazione del suo editoriale “Mobilitarsi è un dovere”, con il quale ha promosso una raccolta firme affinché venisse rilasciata Fahime Karimi, detenuta e condannata a morte per un calcio ad un paramilitare.
Renzo Rosso, fondatore e presidente del Gruppo OTB e Arianna Alessi, vice presidente di OTB Foundation, hanno ricevuto il premio per il loro impegno nei confronti dei rifugiati ucraini, infatti la fondazione ha lavorato in prima linea per accoglierli, dare loro alloggio, cibo, vestiti, assistenza sanitaria, istruzione, educazione e lavoro.
Jean-Christophe Babin, l’amministratore delegato di Bulgari, è stato premiato per il suo impegno nel promuovere i valori di uguaglianza e diversità.
Luisa Panconesi, presidente del comitato dell’evento “LuisaViaRima x Unicef”, ha ricevuto il premio per aver realizzato numerose attività al fine di sostenere Unicef e proteggere i bambini vulnerabili del mondo.
Piero Piazzi, presidente di Women Management, e Massimo Leonardelli, Amministratore delegato di Leonardelli PR, sono stati premiati per il loro impegno come Ambasciatore e Presidente di To Get, progetto a sostegno dei bambini orfani e sieropositivi abbandonati e in condizione di estrema povertà in Uganda e in Sudan.
Ringraziamo Man Consulting per averci permesso di partecipare ad un evento così importante, con una tematica su cui è rilevante dover riflettere, in una società in cui casi di razzismo e di discriminazione si verificano ancora all’ordine del giorno.